I dati sulla pratica sportiva in Italia: la difficoltà di conciliare sport e formazione

19 maggio 2022

In base alle indagini campionarie periodicamente svolte dall’Istat, sia con focus specifico sulla diffusione della pratica sportiva e che sulle abitudini quotidiane delle famiglie italiane, è desumibile come risulti difficile conciliare lo svolgimento della pratica sportiva – specie se a livello agonistico – con il proseguimento della carriera educativa e la formazione di eccellenza di livello universitario.

Maggiore è il carico di lavoro indotto dall’avanzamento dei cicli di istruzione e formazione, maggiore sarà la tendenza ad abbandonare le attività extra-curricolari.

Secondo i sopramenzionati dati ISTAT, se nel 2020 tra gli 11 e i 14 anni pratica sport in modalità continuativa o saltuaria il 68,9% degli individui, tra i 15 e i 17 anni si passa al 61,2%, scendendo al 58,2% tra i 18 e i 19 e al 57,6% tra i 20 e i 24 anni.

L’importanza di un solido legame tra attività sportiva e vita d’ateneo non sembra dunque essere ancora stata pienamente recepita e rischia di compromettere gli sforzi intrapresi dagli stakeholder istituzionali per promuovere la pratica sportiva e produrre il più ampio numero di atleti in grado di trainare la crescita del settore. 

D’altra parte, negli ultimi anni, lo sport agonistico è divenuto sempre più un’attività commerciale ed il numero di atleti professionisti e semi-professionisti è cresciuto in modo altrettanto significativo. Gli atleti sono spesso costretti sin dalla giovane età a dedicare gran parte del tempo e delle energie all’allenamento e all’attività agonistica, con il rischio di perdere di vista l’obiettivo di assicurarsi una carriera anche dopo la fine dell’attività sportiva e di ritrovarsi senza le qualifiche accademiche o professionali necessarie a trovare un lavoro in altri settori.



analisi campionaria , ISTAT , sport e minorenni , scuola e sport
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